Sono passati circa 40 anni da quando il dio della chitarra elettrica, Jimi Hendrix, ci ha lasciati, portando con sé tutto ciò che restava del blues anni 70. Da quella data, molti artisti si sono fatti strada cercando di cogliere i segni che quell’uomo elettrico aveva lasciato nel genere. Uno su tutti c’è riuscito. Il suo nome, Gary Clark Jr.
Giovane, carismatico, eclettico, talentuoso…solo alcuni degli aggettivi che descrivono la nuova icona del blues degli anni 00. Il suo è uno stile che copre quasi 50 anni di musica; dalle sonorità selvagge anni 60/70, figlie di quella Woodstock ormai vista in VHS o per i più giovani, su Youtube, passando per l’hip hop old school, fino al pop melodico, made in USA. Si presenta al pubblico con diversi Ep, tra cui spicca il pezzo “Bright Lights” che fin da subito mette d’accordo critica e pubblico. Questo è solo l’inizio per il prodigio di Austin che si ritrova, di lì a poco, a duettare con le migliori chitarre del settore: Eric Clapton, Buddy Guy e l’inossidabile B.B. King, per citarne solo alcuni. Calca i palchi dei festival più prestigiosi come il Crossroads Guitar Festival, il Bonnaroo Festival, fino ad arrivare alla White House, lasciando estremamente soddisfatto, almeno dai video si percepisce questo, niente meno che il Presidente degli Stati Uniti, Barak Obama.

Nel 2012, la Warner Bros, nota casa discografica, fiuta l’affare e in poco tempo decide di accaparrarsi il nuovo talento del blues mainstream, pubblicando il disco “Blak and Blu”, considerato il vero esordio commerciale dell’artista. Il disco è una carrellata di emozioni, che arrivano come un fulmine, a seconda della canzone che si ascolta. Si parte con “Ain’t Messin ‘Round”, in una sola parola, travolgente; successivamente si passa a “When My Train Pulls In”, in perfetto stile Hendrix, chitarre distorte accompagnate da una voce dolce, a dir poco sensuale; con il terzo pezzo “Blak and Blu”, almeno per i primi secondi della canzone, vuoi per gli effetti scelti, vuoi per il beat, sembra di essere all’interno di un disco di 2Pac. Queste sono solo alcune delle 13 tracce del disco, forse quelle più significative per cogliere il lato poliedrico dell’artista. Da non sottovalutare, però, “Next Door Neighbor Blues” e la già citata “Bright Lights”, per sottolineare la reale vena blues del talento Gary Clark Jr.
In definitiva, il disco non ha nessuna nota stonata. Suona bene. Gradevole all’orecchio di chi lo ascolta, che può apprezzare contemporaneamente sia le doti strumentali, sia quelle vocali della nuova icona del blues moderno.

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