L’ultimo giorno della mostra Corpus Hominis, di cui sono stato curatore, è entrato in galleria un uomo dall’aria singolare, interessatissimo alle opere esposte, che mi ha posto molte domande e fatto acute osservazioni. Prima di andar via mi spiega di essere anche lui un artista, e quando tira fuori il facsimile di un dollaro capisco tutto…
L’artista ceco Pisvejc ha rilasciato interviste presso molte riviste, e hanno scritto di lui grandi testate, come la Nazione e la Repubblica. Lunedì 25 novembre ha accolto Nikola e me nella sua casa-atelier, la mansarda di un antico palazzo in pieno centro storico, per chiacchierare della sua vita d’artista. Condividiamo con voi questo piacevole incontro, ecco l’intervista.
A: Potresti dirci in breve chi sei, Václav? Da dove vieni, cosa hai fatto nel tuo paese e come sei arrivato poi a Firenze?
Che cosa ho fatto a Praga? Originariamente sono un meccanico, ho fatto anche il pittore ma non sono riuscito a dedicarmi alla pittura a livello professionale. Quando sono arrivato qui ho lavorato nelle cucine di vari ristoranti, anche per imparare quel mestiere che era al momento disponibile. Ora sono disoccupato, un fatto che ha anche i suoi lati positivi: posso dedicarmi tutto il giorno alla pittura, studiare la storia dell’arte, e grazie a internet tenermi aggiornato sulle novitá del mondo artistico. Ho pochi soldi, ma cerco di risparmiare il più possibile, non esco, mangio poco e faccio cose semplici, quindi per ora é possibile andare avanti in questo modo.
N: Ma come mai sei arrivato dalla tua professione di meccanico alla tua passione per l´arte?
Sono cresciuto in un paesino piccino, Budyně, al Nord della Repubblica Ceca, dove non c´erano tante possibilitá. Ho sempre voluto studiare alla scuola d´arte ma non ho mai passato la prova d´ammissione, forse perché ho scelto dei dipinti non troppo impegnati, che non sono piaciuti alla commissione. A dipingere seriamente ho iniziato quando avevo vent´anni.
A: Ma scusami, Václav, quanti hanni hai?
Ah, ormai sono già vecchio! Ne ho 45…
N, A: Ma te li porti bene!
Beh, quando uno non esce, non fuma, non beve, risparmia le forze. É come quando compri una macchina e non la usi, é la stessa cosa, la macchina non si sciupa. (ride)
A: Veniamo al nocciolo della questione e al fatto più interessante: l´installazione sulle mura dell´ex-convento di Sant´Orsola. Molti passanti sono incuriositi dalla tua opera, soprattutto gli stranieri si fermano a fare foto. Qual è il significato di quest´opera? Perché l´hai fatto e come ti è venuta in mente questa idea?
Sono tante domande! É difficile spiegare com’é nata quest´idea, è un processo lungo e io ho la memoria corta. (ride) Comunque, ho fatto varie performance con i dollari. Il dollaro per me é un simbolo di potere, di richezza, è simbolo del capitalismo. Non ho scelto l´euro perché é troppo giovane, non ha tanta storia dietro come nel caso del dollaro.
A: Ma ci spieghi il significato dell´opera? É una critica, giusto?
Si, certamente. Ma l´obiettivo principale era farmi vedere, presentarmi in qualche modo al pubblico. Non puoi sempre rimanere chiuso nel tuo studio, non avrebbe senso, ne devi uscire. Ormai nessuno va a vedere le mostre alle gallerie, ma se fai un´installazione all´aperto la gente non ti può ignorare. Comunque volevo anche risvegliare l´attenzione del pubblico per quanto riguarda il problema della ristrutturazione dell´ex-convento. Poi ci sono varie interpretazioni dell´opera, ognuno le attribuisce un proprio significato.
A: Ma mi hai detto che il comune di Firenze ti ha dato una mano, ti ha procurato i macchinari per l’allestimento…
No, macché! (ride) Loro mi hanno dato il permesso dopo un intero anno in cui ho cercato di ottenerlo. Uno deve tovare il coraggio di andare al comune e convincere gli impiegati del valore del proprio progetto. Ho anche collaborato con l´associazione Insieme per San Lorenzo che si occupa della ristrutturazione di Sant´Orsola. Poi ho trovato degli sponsor grazie ai quali mi sono potuto permettere di pagare tre operai, tre piattaforme e altre spese inevitabili. Alla fine d´agosto di quest´anno era finalmente tutto pronto per la realizzazione dell´installazione.
A: Scusami Václav, anche per le installazioni coi dollari fatte precedentemente hai chiesto il permesso?
No. Puoi immaginare di andare agli uffici della provincia e chiedere di attachare i dollari finti sulle mura? Mi darebbero del pazzo! Quindi l´ho fatto in modo abusivo e ogni anno ho pagato una multa di 150 euro.
A: Ok. Mi sposterei ora alla tua arte in generale. Che altro fai in campo artistico?
Per esempio, nel 2011, o nel 2012…mammamia come mi si confondono le cose…ho coperto un muro lungo 12 metri in Santo Spirito con dei dipinti. Guarda qui (ci fa vedere una rivista che aveva pubblicato un articolo su questo argomento). Ho anche vinto un premio per quest´allestimento, sapete com´e successo? Un giorno un regista americano ha usato quel muro in un film, Sonia´s story, impiegandolo background artistico.
Ho attaccato i miei quadri sul muro dell’Accademia, nel 2010, la mia prima installazione. Questi muri erano imbrattati con scritte, e io le ho ricoperte. Così ho risolto questo problema del vandalismo, era un pretesto. L’arte deve trovare delle occasioni, questa è arte, mettere un quadro in una galleria lo può fare chiunque! Renzi ha detto che è stata una buona provocazione. Lui ha litigato con l’accademia perché non aveva arginato questo problema del vandalismo sui muri, e io mi son trovato in mezzo.
A: A parte questo sappiamo che fai anche pittura. Spiegaci un po’ che cosa fai.
Si, mi dedico ai ritratti. Nessuno mi commissiona niente, scelgo io i personaggi famosi, li dipingo per poi cercare di incontrarli di persona e scattarne una foto con il quadro che ho dipinto. Ma é molto difficile trovare tutti questi personaggi dal vivo, raramente vengono a Firenze.
N: Ho sentito che hai fatto anche un ritratto a Matteo Renzi, é vero?
Si, e vero! Ora te lo racconto. Lui ha sempre rifiutato di farsi fotografare con me e il mio quadro. Quindi per raggiungere il mio obiettivo, ho dovuto inventare una trappola, un blitz. Nell´occasione di un evento nel Salone dei Cinquecento, Renzi doveva parlare al pubblico. Quando é entrato nella sala, gli ho subito dato il ritratto e il fotografo, che mi sono portato dietro, ha scattato la foto. Tutto in 2 secondi. Infatti, dalla foto si vede lo stupore del sindaco. Ecco, ve la faccio vedere! (ridiamo tutti)
A: Un´altra cosa che ti volevo chiedere é perché ti ispiri a Bacon?
Ognuno deve ispirarsi a qualcuno, io l’ho scoperto abbastanza tardi, quando studiavo arte su vari libri Bacon non c’era, o se c’era c’erano solo piccole riproduzioni e su di lui era scritto poco, quindi non ho approfondito, e non ha attirato il mio interesse. Una volta, però, quando sono stato negli Stati Uniti, in un museo di Washington, ho visto un suo trittico e mi ha colpito immediatamente. Sono stato anche alla mostra di Francis Bacon alla Strozzina. Mi piace la pittura in sé, è come se lui dipingesse per caso, e questo è difficile. Sembra che l’immagine si sia sviluppata da sé.
A: Cosa pensi dell’arte contemporanea a Firenze, secondo te ha abbastanza spazio o la città è arroccata al suo ruolo di culla del Rinascimento?
Non c’è spazio per l’arte contemporanea qui a Firenze, è molto complicato in questa città. Firenze vive troppo del suo passato, tutto gira intorno al suo retaggio e alla sua storia. Ci sono degli eventi, come alla Strozzina, ma è troppo poco, non c’è niente!
A: Quali sono gli artisti del passato e del presente che ami e ammiri?
Per esempio Picasso, tutto quel che lui ha fatto è già perfetto, anche se ha fatto diverse cose. E’ difficile dire il nome di un contemporaneo, non mi viene in mente un nome. Ci sono artisti che hanno fatto cose interessanti, e li trovo su youtube, per caso. Uno ad esempio è Gilad Ratman. Fare cose strane e originali, questo è arte contemporanea, è qualcosa che ti stupisce, dipingere non stupisce più, se fai installazioni o cose strane riesci a far qualcosa di nuovo e a stupire.
A: Quali sono i tuoi progetti futuri in ambito artistico?
Ho un progetto, ma richiede molti soldi, quindi non è il caso di parlarne. Deve essere strano e provocatorio, si tratta di un’installazione.
A: Da come vedo ora stai facendo una vita da bohemien, nonostante ciò vuoi rimanere qui a Firenze, ti piace stare qui?
No… anzi, per ora sì! Perché ho tappezzato il muro di dollari e sto aspettando gli sviluppi. Ho fatto un video su S. Orsola e l’ho mandato a vari festival, vediamo se qualcuno sarà interessato a questo tema.
Mi piacerebbe vivere in un’altra città, come vedi però ho trovato qualcosa da fare qui. Mi piacerebbe viaggiare, forse andare a Londra, o a Berlino. Un’altra cosa è trovare spazio, amici. Non voglio rimanere qua, 5 anni sono già abbastanza! Devo dire che ho sfruttato sufficientemente questa situazione qui a Firenze, ho fatto un’opera d’arte visibile, di cui tutti parlano, tutti la conoscono, anche Renzi!
Per conoscere meglio i progetti artistici di Václav visita il sito:
http://vaclavpisvejc.wordpress.com