Doppio concerto quello dello scorso 12 giugno per la terza giornata del City Sound Festival 2013: The Killers più special guest Stereophonics. Piatto ricco, nel quale ci saremmo tuffati volentieri, non fosse che è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che il pubblico di tale concerto attraverso l’angusta entrata dell’Ippodromo del Galoppo di Milano. Così, è stato solo dopo quarantacinque interminabili minuti di coda all’ingresso che le migliaia di presenti – cui va un plauso per il senso civico dimostrato nell’autogestire una situazione poco piacevole, vedendosi tra l’altro sfumare davanti agli occhi nell’attesa buona parte del concerto di Jones e soci – sono riusciti ad arrivare sotto il palco per godersi l’esibizione delle band reduci dal live del giorno precedente all’Ippodromo delle Capannelle per il Rock in Roma.
Due gruppi Stereophonics e The Killers che, pur non avendo grandi punti di contatto, essendo rappresentanti i primi della genuina semplicità del brit-rock e i secondi della spettacolarità di un dance rock dalla patina glam nella sua declinazione a stelle e strisce, sono riusciti ad unire i loro aficionados in una serata che, partita in salita, è terminata col botto, letteralmente.
Uscita a marzo di quest’anno con l’ottavo studio album “Graffiti on the Train”, la band capitanata da Kelly Jones ha dato vita ad un live di circa un’ora molto godibile sotto il profilo musicale. La scaletta, costituita per lo più da pezzi tratti dal nuovo lavoro, con “Catacomb” suonata in apertura, “Graffiti on the Train”, “Indian Summer”, “We Share the Same Sun”, “Roll the Dice” e il blues vecchio stile di “Been Caught Cheating”, affiancati dai successi storici della band quali “Have a Nice Day” e “Maybe Tomorrow”, assieme al singolo d’esordio “Local Boy in the Photograph” e “Superman”, si è chiusa con la splendida “Dakota” dall’album del 2005 “Language. Sex. Violence. Other?”, uno dei lavori più apprezzati della band gallese.
Calato il vessillo degli Stereophonics, è stata la volta dei quattro di Las Vegas, di nuovo in tour dopo quattro lunghi anni, che hanno visto il frontman Brandon Flowers e il batterista Ronnie Vannucci impegnati in progetti solisti.
brandon-flowersPer nulla arrugginiti, in quasi due ore di concerto, The Killers, giunti al quarto acclamato album “Battle Born” (uscito nel settembre 2012), hanno inanellato una dopo l’altra la forbita serie di hit di cui dispongono.
“Mr. Brightside” apre le danze, seguita da “Spaceman” e “The Way It Was”, Flowers appare in grande spolvero, riconfermandosi come uno dei migliori cantanti dell’ultima decade, a cui si può tranquillamente perdonare il calo su “Smile Like You Mean It” e “Bling (Confession of a King)”, anche perché ne esce in scioltezza con “Shadowplay”, cover dei Joy Division.
Dopo il tributo agli stimati colleghi si torna alla raffica di hit con “Miss Atomic Bomb”, “Human” e “Somebody Told Me”, gli elementi per un grande show ci sono tutti, il light design è decisamente accattivante, così come i video proiettati sul megaschermo alle spalle della band, ghiaccio secco e fiammate, che manco i KISS, fanno il resto. Il pubblico, dal canto suo sembra gradire e si fa sentire su “Here With Me”, introdotta da “Human” ripresa da Flowers in un’affascinante versione piano e voce, come su “For Reasons Unknown”, “From Here On Out” e “A Dustland Fairytale”.
Uno sprazzo di coinvolgente italianità con “Nel blu dipinto di blu (volare)” precede “Read My Mind”, “Runaways” e “All These Things I’ve Done”, ultimi pezzi prima dell’encore con “Jenny Was a Friend of Mine” e “When You Were Young”, il finale col botto di cui sopra: non esplosione di coriandoli, né fiammate, ma fuochi d’artificio a chiusura di un live dai ritmi serratissimi e parecchio divertente, che The Killers replicheranno il 17 di luglio nell’ambito del Lucca Summer Festival.
the-killers-fireTutte le foto sono di Torey Mundkowsky.

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