Jacq gira in città, senza rivelarsi.
Individua soggetti, li osserva, poi torna nel suo studio e comincia a dipingere i loro volti, sottraendo elementi.
Jacq toglie occhi, nasi, a volte bocche.
Gli adesivi che ritraggono i suoi dipinti stanno raggiungendo diversi angoli del mondo. I volti aumentano, la curiosità si espande.
Il Malpensante ha contattato il pittore per un’esclusiva intervista.

jacq_artista

Chi è Jacq?

Jacq è un pittore che vuole rimanere anonimo. Di me non voglio far sapere niente. Le persone devono giudicare il mio operato al di là di ogni pregiudizio. Questa è anche una scelta voluta e un mezzo importante per combattere il pregiudizio nel mondo dell’arte. L’unica cosa certa è che i “Volti” sono le uniche entità a rivelarsi.

Puoi descrivere il tuo modus operandi? Come nascono e come si sviluppano le tue opere?

Le mie opere nascono e si sviluppano dal mio modo di immaginare l’individuo. Delle persone ho sempre descritto caratteristiche che possono essere percepite come marginali ma che in realtà si rivelano decisive per la loro identificazione. Non capisco perché abbia avuto la necessità di descriverle usando la tela e soprattutto ancora oggi non so spiegarmi il meccanismo di scelta dei soggetti. Penso dipenda da una serie di percezioni maturate inconsciamente.

lavinia
Una volta incontrata la preda, chiamiamola così, torni nel tuo studio e cominci a dipingere il suo volto. Credo sia difficile ricordare a memoria la fisionomia di una persona, a tal punto di riuscire a riprodurne i tratti essenziali e a rendere il soggetto riconoscibile. Detto tra noi, una volta rientrato a casa, un’occhiata alle foto sui social, per realizzare al meglio il lavoro, gliela dai o no?

Per come è impostato il mio modo di operare non è contemplata la pittura dal vivo. È un processo intimo nella quale non deve esserci nessuna intromissione. So già come descrivere la persona e successivamente, tramite l’utilizzo delle foto, eseguo uno studio approfondito dei suoi lineamenti e della postura. Generalmente il “Volto “esce fuori” quando immaginazione e studio si incontrano e si completano tra loro.

Il colore di sfondo nelle tue opere ha un ruolo determinante, diciamo che definirlo sfondo è riduttivo, in quanto quelle pennellate di colore vanno ad integrare totalmente la fisicità dei soggetti. La scelta di un blu piuttosto che un rosso è casuale o motivata?

Il colore dello sfondo è strettamente legato a ciò che mi trasmettono le persone ritratte, in particolare al loro modo di essere nei confronti del mondo esterno. Lo sfondo dell’opera Baldi Giovani è un arancione dinamico e fresco, mentre l’azzurro di Twins è intenso ed enigmatico. Un altro fattore che può incidere è lo stato d’animo che mi comunicano gli individui. Sono sensazioni che proviamo tutti ma che la maggior parte di noi non esterna.

Self portrait '12_Jacq
Ho notato che il tuo autoritratto si presenta con un contorno caratterizzato da pennellate più corpose, più evidenti, “espressionistiche” rispetto agli altri dipinti che hanno un’ambientazione più omogenea. Partendo dal presupposto che stiamo parlando del dipinto che ha involontariamente procreato il progetto, si tratta di una casualità oppure hai voluto differenziare il ritratto dell’autore dalle altre opere?

Vero. Si nota la differenza tra i primi dipinti, più primitivi, eseguiti tra il 2012 e il 2016, e gli altri eseguiti successivamente. L’autoritratto è il risultato visivo di un sentimento che è scoppiato improvvisamente sulla tela. Le pennellate sono grosse e l’esecuzione è stata veloce e istintiva. Un’esplosione. La differenziazione con il resto dei dipinti non è voluta ma nasce piuttosto dall’attraversamento di diversi periodi: un primo nella quale la pittura è sporca e impulsiva, seguito da un secondo periodo nella quale ho ripulito i lineamenti dei “Volti e reso le ambientazioni più omogenee.

In alcuni tuoi lavori sembra che degli elementi siano stati cancellati più che omessi in partenza, è solo un’impressione o puoi confermare di aver eliminato occhi, bocche in un secondo momento?

I “Volti” non presentano elementi cancellati perché tali mancanze fanno parte di un linguaggio che va in un’unica direzione. Nei miei lavori gli occhi non sono mai stati inseriti perché ritengo che l’espressività di un volto sia data dalle sopracciglia e dal posizionamento della testa. La bocca, invece, rappresenta l’eccezione perché in alcuni casi intensifica e rafforza lo sguardo, in altri risulta essere un elemento inefficace ai fini del risultato.

Somiglianza 2_Jacq
Operi in completo anonimato ma i tuoi dipinti stanno partecipando ad eventi di rilievo, in che modo avviene la tua partecipazione? Depositi le tue creazioni e ti chiudi in albergo?

Non mi chiudo in albergo, niente di tutto ciò! Partecipo ai concorsi utilizzando il nome Jacq; non utilizzo mai il mio vero nome. Ho esposto in Italia e Spagna e generalmente sono sempre presente alle mostre perché molti non conoscono la mia storia e passo inosservato come un semplice visitatore, devo ammettere però che in Veneto mi hanno “beccato” un paio di volte… Questione diversa è a Prato. Nella mia città non partecipo mai in prima persona agli eventi. Per esempio, in occasione dell’inaugurazione della mia prima mostra personale I Volti, non c’ero. È stata una rinuncia molto dolorosa ma dovuta. Per colmare la mia assenza ho dovuto introdurre una nuova figura che mi rappresentasse fisicamente durante gli incontri e le interviste video. È il “Portavoce”, una persona con del carisma da vendere! Lui è uno dei pochi che riesce a capire e trasmettere al pubblico l’intensità con la quale porto avanti il mio progetto.

Da quale artista contemporaneo faresti ritrarre il tuo volto?

Artista contemporaneo? Potrei valutare David Hockney perché è stravagante e fa un uso dei colori molto interessante. Ma in generale non mi farei ritrarre, sono io che ritraggo!

Rosso fuoco_Jacq

I tuoi stickers stanno raggiungendo svariati angoli della Terra, esiste un posto in particolare dove vorresti trovarne uno?

Non ci ho mai pensato. Non è importante dove si trovi ma è importante che si trovi! Sicuramente più il luogo è lontano, più la soddisfazione è maggiore. È il caso di una ragazza italiana che ha trovato e condiviso sui social il mio sticker a New York. Comunque posso dirti che ne ho attaccati talmente tanti che dimentico dove sono e ogni volta che li trovo mi sorprendo sempre.

Dopo Prato in quale città si sposterà l’anonimo Jacq?

Il progetto nasce a Prato. Ciò che voglio far conoscere all’Italia e al mondo intero, non scherzo, è il mio modo curioso di rendere le persone riconoscibili tramite la sottrazione dei loro particolari e il vuoto espressivo dei loro volti.

Giacomino_Jacq

Per saperne di più visita voltidijacq.com oppure le pagine Facebook e Instagram

 

 

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