A pochi giorni dalla pubblicazione del suo ottavo album, Sotto casa, in uscita il 14 del mese per Virgin Records e dalla quarta partecipazione da concorrente al Festival di Sanremo, Max Gazzè ci parla di Sotto casa e I tuoi maledettissimi impegni, le due canzoni che porterà sul palco dell’Ariston per questa 63° edizione del Festival e dell’omaggio a Ma che freddo fa, offrendo anche qualche anticipazione sul nuovo disco.

Nel ’99 l’esordio al Festival di Sanremo, poi altre tre partecipazioni, due come concorrente e una come ospite al fianco di Dolcenera. Con che spirito ci ritorni?

Sia nel ’99 con Una musica può fare, che nel 2000 con Il timido ubriaco e poi nel 2008 con Il solito sesso, le canzoni che ho presentato a Sanremo hanno sempre avuto una notevole eco, quindi sono felice di tornare.

La gara quest’anno ha una nuova formula: due canzoni in una serata, una sola rimarrà in gara. Cosa ne pensi?

È una novità che aggiunge pepe alla competizione e sconvolge le strategie a livello discografico. Interessante quindi.

Sotto Casa e I tuoi maledettissimi impegni sono i due brani che presenterai a Sanremo. Cosa dobbiamo aspettarci dal punto di vista musicale e dei contenuti?

Sono entrambi pezzi briosi, ma per quanto riguarda i testi affrontano argomenti molto diversi. Il primo è un brano impegnato, che tramite il soliloquio di un testimone di Geova, che davanti ad una porta chiusa cerca di convincere chi sta dall’altra parte ad aprirla, vuole essere un invito all’apertura al dialogo tra le religioni e anche tra credenti e non credenti.

E l’altro?

È più surreale e ironico. Racconta di un uomo che, desideroso di passare del tempo con l’amata, troppo impegnata, ipotizza soluzioni estreme tipo quella di trasformarsi in un fermaglio per capelli o in una molecola di vento per poterle accarezzare impunemente il viso.

Quale delle due canzoni preferiresti che rimanesse in gara?

Sotto Casa, perché se da un lato è vero che ha una melodia immediatamente canticchiabile, ha però bisogno di essere ascoltata più di una volta, proprio per la complessità dei contenuti.

Ma che freddo fa, interpretato da Nada nel 1969, è il brano che hai scelto di cantare per la Sanremo Story di venerdì. Com’è avvenuta la scelta?

È venuto fuori così, un po’ per caso, suonando. È un bellissimo brano, con la musica di Claudio Mattone e il testo di Franco Migliacci, che ho deciso di lasciare al femminile, come nell’originale. Mi piaceva l’idea di un uomo che interpreta un brano cantato da una donna, per altro giovanissima, Nada aveva 15 anni quando lo portò a Sanremo. Per l’occasione quindi diventerò un po’ più cantante e un po’ meno musicista.

La canterai in duetto con qualcuno?

Mi sarebbe piaciuto moltissimo avere sul palco la stessa Nada, ma purtroppo a causa di impegni non è stato possibile.

Il 14 febbraio uscirà il tuo nuovo album, Sotto casa, ci puoi dare qualche anticipazione?

A livello di sound abbiamo compiuto scelte ben precise in direzione di sonorità “anni ’70”, utilizzando quindi compressori valvolari, amplificatori Telefunken. Insomma, un sound omogeneo per dieci brani eterogenei. L’album infatti presenta accanto a brani più ritmati, due ballate e due brani impegnati che raccontano dei fatti di cronaca: Atto di forza parla di una violenza carnale, mentre Quel cerino parla di un incendio doloso che uccise molti cavalli in un maneggio, un fatto che mi colpì molto.

Subito dopo il Festival, tra il 18 e il 22 febbraio, Max Gazzè incontrerà i fan presso gli store Feltrinelli di Torino, Milano, Roma e Napoli, per poi partire il 26 per il tour europeo di 5 date, cui seguirà quello italiano, che salperà il 14 marzo da Firenze.

Per ulteriori info http://www.maxgazze.it/

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