E’ passato il periodo delle vacanze estive, ma ciò non toglie che l’impresa di Marco, Gianni e Matteo possa essere uno spunto per altri giovani intraprendenti e squattrinati. Un social media trip experiment, ovvero una vacanza quasi interamente a scrocco (avevano un piccolo budget di 100 euro) che li ha portati da Empoli a Messina e ha fatto loro raggiungere picchi di visibilità incredibili. Ecco l’intervista ai 3 pionieri:

Come nasce davvero l’idea di questo esperimento di vacanza?
Il progetto nasce tra le calde mura della casa di Fausto in una notte di mezza estate. Tutto molto romantico, anche se più che un’idea si è trattato di un’ottima soluzione ad un problema. Tutto è iniziato i primi di luglio, quando Matteo è tornato da un anno di Erasmus a Madrid, ovviamente squattrinato e depresso. La voglia di fare l’ennesima vacanza insieme c’è sempre stata ma i fermi imposti dal portafogli erano tangibili. Così ci fu una prima proposta da parte dell’ingegnere del gruppo Come vacanza facciamo un viaggio a tappe, tra couchsurfing e campeggi, fino ad arrivare in Sicilia. Così che riesca anche a raggiungere la mia ragazza, già là dai parenti!. Questa prima opzione faceva perno proprio sulle amicizie di Matteo nate in Spagna e rivelatesi infinitamente utili anche una volta nato #SMTE. Fausto e Gianni, a quel punto, hanno ben pensato di controbattere l’offerta intrecciando la proposta iniziale alla loro esperienza lavorativa: “Sfruttiamo la potenza delle reti sociali e proviamo ad arrivarci gratuitamente, così da abbattere anche i problemi economici”. E ora eccoci qui, a raccontare un’esperienza incredibile.

Autostop e ospitalità verso sconosciuti sono cose che non avete di certo inventato voi. Tuttavia, voi siete stati originali del dare a tutto ciò una connotazione social e virale. Pensate che vi emuleranno? Pensate di esser riusciti a creare un nuovo modo di viaggiare?
Ormai l’importantissima carta “novità” è stata giocata ma l’iniziativa è comunque piaciuta ed è sicuramente ripetibile. Sfruttare di nuovo i Social senza un ulteriore elemento di innovazione sarebbe difficile, soprattutto perché, grazie all’originalità, ci hanno dato una grossa spinta i media, tra quotidiani e radio. La nostra speranza, ovviamente non pronosticata, è quella di far muovere qualcosa, di far nascere una nuova realtà dove non si è turisti ma viaggiatori e soprattutto che sia accessibile a tutti.

Visibilità. Pregi e difetti dell’essere in vetrina
Sentirsi seguiti e apprezzati per un’idea nostra è stata una delle maggiori soddisfazioni di questa esperienza. Le migliaia di critiche che ci aspettavamo si sono ridotte a qualche semplice caso isolato. D’altra parte abbiamo passato una settimana col telefono in mano e la mente impegnata a cercare trovate divertenti per tener viva la pagina e ripagare chi ci aveva dato una mano, raccontando una bella storia. Un esempio? Giorno 6, Scilla (RC): arrivati nella splendida località balneare calabrese abbiamo passato un’ora a pensare ad un post virale per riuscire a trovare un passaggio per attraversare lo stretto (fino a poco prima di incamminarci a piedi era viva l’opzione “se questo post arriva a 200 condivisioni facciamo i nove km che ci separano da Villa San Giovanni con la sabbia nelle mutande”).

Chi si occupava maggiormente dell’aggiornamento delle pagine? Facevate a turno o vi eravate divisi i compiti?
Matteo, essendo l’unico che non lavora nel campo (anzi, ora non lavora proprio), si occupava di tutte le relazioni con gli “esperimentatori” e con i media: ha spammato la pagina ovunque facendosi anche bannare da diversi gruppi ma incontrando il successo con Radio Deejay. Inoltre rimaneva in contatto con tutti gli offerenti di alloggi, pasti e passaggi. Fausto e Gianni, invece, hanno lavorato tantissimo sulla pagina. Fausto, da buon esperto di comunicazione e social media marketing, trattava principalmente gli approcci e la disposizione dei post puntando sulle giuste parole e sui colpi d’occhio; Gianni, da Social Media Specialist con la passione per la fotografia e il web design (e la palestra, non c’entra niente ma ci piace ricordarlo), ha creato il logo e la base per ogni infografica che abbiamo proposto. Una bel team insomma!
Una curiosità mia: come caricare la batteria durante un viaggio improvvisato?
Prima di partire abbiamo anche cercato un carica batterie a energia solare, ma dato che ci siamo decisi a iniziare solo cinque giorni prima della partenza, non potevamo confidare nei tempi di spedizioni. Avevamo comunque un caricatore da viaggio, un IPad con una SIM appositamente comprata e soprattutto cercavamo di gestire al meglio i telefoni con dei turni di modalità aerea. Poi per le emergenze c’era anche un indistruttibile quanto vecchio Nokia dall’inesauribile batteria.

Vi sono arrivate proposte lavorative nel campo della comunicazione dopo questa esperienza? Se si, quali?
Per ora no, ma un’iniziativa del genere è sicuramente da aggiungere al curriculum, anche per Matteo che, come gli ricordano spesso i familiari, si dovrebbe occupare di tutt’altro.

Andata improvvisata, ritorno molto comodo… perché non avete continuato l’avventura in due?
Il tempo a disposizione era vincolato dai giorni di ferie per Fausto e Gianni, inoltre tutto è iniziato da un “venirsi incontro”: Matteo aveva un budget molto limitato per la vacanza mentre per gli altri due non era un grosso problema un volo low cost da 75€, quindi abbiamo preferito spingerci più lontano possibile a prezzo di un ritorno in giornata.

Essere in 3 vi ha facilitato o svantaggiato? Ditemi i pregi e i vantaggi di essere stati in gruppo
In generale essere in tre in un’esperienza del genere porta solo svantaggi. Dai passaggi, all’alloggio, ai pasti, più è alto il numero di persone più può essere problematico trovare appoggi. Infatti le maggiori difficoltà le abbiamo trovate nell’autostop: essere tre ragazzi può intimorire più di un conducente e soprattutto il 50% degli automobilisti non aveva comunque posto. Ma se fossimo stati in due non sarebbe certo stata la stessa cosa. Ogni tappa era un’alleanza interna per uno scherzo all’altro e soprattutto l’avere tre menti a pensare all’evoluzione dello story-telling ha fatto in modo di evitare ripetizioni e mantenere vivo l’interesse.

Non perde un po’ del suo fascino un viaggio reso pubblico?
Era il giusto prezzo da pagare per una vacanza completamente a scrocco. Avevamo il debito morale di raccontare una storia interessante a chi ci aveva dato la possibilità di partire, tuttora ci sembra un ottimo compromesso.

Lo rifareste?
Proposta di Gianni il 12 agosto, mentre si disquisiva sulle sorti della pagina: Pubblichiamo qualcosa tipo: se questo post raggiunge i 500 like domattina ripartiamo. Fausto: “Facile parlare quando sei un freelance e le ferie te le dai da solo.” Intanto Matteo inviava foto della splendida spiaggia di Arenella (SR). Inutile dire che lo rifaremmo più che volentieri ma non senza una nota d’innovazione o ulteriore originalità.

Potrebbe nascere dalla vostra esperienza una piattaforma come quella di Blabla car o di Couchsurfing, dedicata agli holiday surfer in cui si potrebbe unire lo scambio di passaggi, all’ospitalità per i pasti e all’offerta di un posto letto?
E qui ci cogli di sorpresa: telepatia? La sintesi di tutta questa avventura, é la creazione di una piattaforma per permettere a tutti di poter provare cosa significa presentarsi con imbarazzo a uno sconosciuto e sapere che già gli vorrà bene. In pratica sul nostro sito le persone potranno autocandidarsi per un qualsiasi viaggio (che sia di un week end o di un mese) specificando di cosa avranno bisogno. Per esempio: “Vorremmo fare il giro della toscana in Vespa dal … al …”. Allora più che un passaggio farà comodo una tanica di miscela, oltre ai soliti pasti e posti letto. Ovviamente sarà fondamentale la capacità degli utenti di sapersi vendere e obbligatoria la parte di storytelling del viaggio. Abbiamo già comprato il dominio, ora mancano solo tante ore di lavoro: www.socialmediatrip.it , stay tuned!

 

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