Parto da Ovidio, che è poi il padre (con le Metamorfosi) di tutti i figli di cui mi piacerebbe scrivere: Dei, miti, eroi.

In realtà non è nemmeno Ovidio, per alcuni è il classico soggetto Venere e Adone e per altri l’ennesimo baccanale, che poi più ce ne sono meglio si sta. E’ Giovan Battista Marino (poeta napoletano rinomato del ‘600) che Poussin, caro amico, con questa allegoria vuol omaggiare. E’ una cosmogonia amorosa cantata da Ovidio, al quale si associa per analogia il più recente poeta.

Un uomo con la corona d’alloro in testa, il gomito sinistro poggiato su alcuni volumi e il braccio destro teso in avanti è al centro della tela (lode a te); alla sua sinistra giace Venere (le due colombe che le tubano accanto le fanno da spia), ispiratrice del canto d’amore che ha inizio. Pieno di putti, sempre allegri, addormentati, impegnati, arrabbiati, […] scusate, ma i putti di Poussin sono i più belli di tutti, soprattutto quando cicciotti dormono ubriachi e sfiniti nel bel mezzo di un baccanale. Qui, in particolare, rappresentano le fasi dell’amore: a destra i primi due sono impegnati a bagnare le frecce con il latte che esce dal seno di Venere mentre un’altra coppia cerca di colpire con le stesse frecce il piccolo cuore rosso che pende dall’arbusto, sullo sfondo ancora due putti sono assorti nel raccogliere la fiamma scaturita dal fulmine, simbolo della scintilla amorosa e del suo ardente propagare. Il putto centrale rappresenta i vincoli dell’amore, che vanno al di là del semplice gioco amoroso rappresentato a sua volta dai due che giocano a palla con dei bracciali di legno (…che gioco poi sarà). Il tutto condito, anzi, minacciato dal piccolo (invisibile) satiro sulla destra che scruta e osserva seminascosto l’intero canto.

Dovevo partire con Poussin, per me il più grande artista dei suoi tempi e non.

Nicolas Poussin, Il trionfo di Ovidio, olio su tela, 1625 ca., Galleria Nazionale di Arte Antica, Palazzo Corsini, Roma.

Il trionfo di Ovidio

(Denuncia: il quadro è fissato troppo in alto, già i suoi colori sono usurati dal tempo e dai pessimi restauri e il cuore e il satiro sono difficili da vedere, ma allora).

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