Tasse pagate, e se il commercialista ha commesso un errore? Paga il cliente ma non sempre

L’errore del commercialista lo paga il cliente? Secondo la Legge sì, vediamo se in alcuni casi la normativa cambia.

Lo scorso 21 luglio è scaduto il termine ultimo per pagare le tasse per professionisti e autonomi. I lavoratori si sono affidati ai commercialisti per i conteggi e hanno pagato la somma dovuta. E se il calcolo risultasse errato? Il Fisco chiederebbe soldi per correggere lo sbaglio, chi pagherebbe?

Persona accusata con dita puntate
Tasse pagate, e se il commercialista ha commesso un errore? Paga il cliente ma non sempre (Ilmalpensante.it)

I titolari di Partita IVA hanno ottenuto una proroga per il pagamento delle tasse nel 2025. Dal 30 giugno la scadenza è stata spostata al 21 luglio, più tempo per i conteggi e per racimolare i soldi necessari. Ora il termine ultimo è passato e i ritardatari dovranno pagare una maggiorazione. I lavoratori si affidano ai commercialisti per questo e gli altri adempimenti da compiere nel corso dell’anno in base alla propria professione da autonomi o liberi professionisti con Partita IVA.

La normativa semplice non è e c’è bisogno della guida degli esperti del settore. Anche il commercialista, però, è umano e può commettere errori negli adempimenti fiscali. Un guaio non solo per lui/lei ma anche per il cliente. Secondo la Corte di Cassazione, infatti, in caso di sbagli a risponderne è il contribuente (ordinanza 13358 del 20 maggio 2025). Quest’ultimo, infatti, ha il dovere di controllare l’operato del professionista incaricato.

Gli errori del commercialista ricadono sul contribuente

Per la Cassazione il contribuente ha il dovere di verificare che il commercialista adempia ai suoi doveri chiedendo ricevute telematiche, documenti attestanti l’operazione effettuata e altre prove degli avvenuti adempimenti. Per evitare che la colpa ricada sul cliente questo dovrà poter dimostrare che il professionista incaricato ha agito con dolo, in modo fraudolento e che la vigilanza è stata costante e concreta.

Persona scrive sul foglio
Gli errori del commercialista ricadono sul contribuente (Ilmalpensante.it)

Ad esempio se il commercialista ha occultato omissioni o falsificato documenti allora il contribuente potrà essere sollevato da qualsiasi responsabilità. Il titolare di Partita IVA, dunque, pur affidando l’incarico al professionista non potrà “lavarsi le mani” degli impegni dettati dalla sua professione. Dovrà verificare che il lavoro venga svolto correttamente.

Questo è un orientamento ormai consolidato dalla Giurisprudenza tributaria anche se qualche dubbio scatena. Se il lavoratore autonomo si affida ad un esperto è perché non sa agire in autonomia, non conosce ogni adempimento da sostenere e non è capace di calcolare le tasse. Verificare può essere complesso per chi non ha piena conoscenza delle questioni finanziarie, burocratiche e fiscali. In generale, dunque, sembra che ad avere maggiori tutela siano i commercialisti piuttosto che i clienti.

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