I prodotti alimentari che presentano la dicitura ‘senza zuccheri aggiunti’ non sono più sani: la ricerca scientifica chiarisce tutto.
Spopola da diversi anni il concetto di “healthy food”. Una linea alimentare che ha portato le aziende ad adeguarsi alle esigenze – e alle mode – della clientela.

Nascono così i prodotti che presentano la dicitura ‘senza zuccheri aggiunti’ oppure ‘senza zucchero’. Peccato che questi prodotti di “healthy” non abbiano proprio niente.
Zero zucchero non è sinonimo di sano
Zero zucchero non è sinonimo di sano. Analizziamo i potenziali sostituti, il cui utilizzo è ormai ampiamente diffuso proprio per “ingannare” i consumatori circa la qualità del prodotto che intendono comprare. Sicuramente negli alimenti con dicitura ‘senza zuccheri aggiunti’ avrete individuato negli ingredienti il fruttosio oppure lo sciroppo di glucosio, lo sciroppo di fruttosio, il maltitolo, gli edulcoranti artificiali, la stevia e così via.

Franco Berrino, medico ed epidemiologo di fama mondiale, ha chiarito gli effetti di queste sostanze sul corpo umano. Partiamo dunque dal primo. Il fruttosio è pericoloso perché sfavorisce il corretto funzionamento dell’insulina – ormone che regola i livelli di glucosio nel sangue – e contrasta la leptina, l’ormone che ci aiuta a raggiungere prima il senso di sazietà. Non incide quindi sulla glicemia come il saccarosio, ma comunque non è una valida alternativa se l’obiettivo è mantenersi in salute.
Il maltitolo è un polialcol e si trova ormai in quasi tutti i prodotti dolciari che vantano l’assenza di zuccheri nella composizione. Non è meno calorico dello zucchero e, se consumato in grosse quantità, può provocare la diarrea. È inoltre sconsigliato ai diabetici. I sostituti peggiori rimangono però gli sciroppi, di fruttosio e di glucosio. Negli Stati Uniti rappresentano la prima causa di obesità. Su questo Berrino è categorico: “Se trovate scritto in etichetta ‘sciroppo di glucosio-fruttosio’, non comprate quel prodotto”.
Ci sono poi gli edulcoranti artificiali, i quali aumentano il rischio di ictus e possono far venire il diabete. Si trovano soprattutto nelle bevande Zero. Un recente studio ha provato come aumentino l’assorbimento degli zuccheri. Non incidono sulla glicemia, ma comunque non possono considerarsi sani. Il medesimo discorso vale per la stevia, che per altro può far alzare la glicemia tanto quanto lo zucchero, se non di più.
Franco Berrino non ammette compromessi. L’Oms ha stabilito la percentuale di zuccheri che può essere assunta nell’arco della giornata: parliamo di un fabbisogno che deve oscillare tra il 10% e il 5% degli alimenti che consumiamo. L’obiettivo non deve essere quello di trovare alternative allo zucchero, ma di “abituarsi a gusti meno dolci”. Nel caso non si intenda perseguire questa linea alimentare, tanto vale continuare a consumare lo zucchero raffinato.