Due alternative a Spotify, una per tutti i dispositivi e una solo per iOS, che offrono playlist, background play e catalogo infinito senza abbonamento.
A dirla tutta, nel 2025 pagare ogni mese per ascoltare musica ha iniziato a sembrare un’abitudine difficile da giustificare. Non che Spotify o Apple Music non facciano il loro lavoro, anzi: cataloghi vasti, interfacce curate, funzioni extra. Ma se l’unica vera differenza per un utente medio è “posso saltare le canzoni e ascoltare a schermo spento”, allora vale la pena chiedersi se non esista un modo per ottenere lo stesso gratis.

E la risposta, sorprendentemente, è sì. Ad agosto 2025 due app resistono al logorio delle regole di YouTube e degli store ufficiali, offrendo un’esperienza che ricorda molto quella dei colossi dello streaming, ma senza addebiti ricorrenti. Queste app non promettono rivoluzioni – e questo va detto – ma garantiscono quello che conta: musica senza limiti, playlist personalizzate e background play. La prima è disponibile per Android e iOS, la seconda è un classico per chi vive nell’ecosistema Apple.
la pubblicità c’è – e su questo non si scappa – ma dosata con buon senso. Per ora funzionano, sono stabili e danno l’impressione di sfidare il modello ‘paga o niente’ con una certa disinvoltura.
eBeat e Musi: le alternative gratuite che sfidano Spotify
eBeat è, ad oggi, una delle app gratuite più complete in circolazione, ma è limitata ai sistemi Android. Oltre 150 milioni di brani pescati da YouTube, playlist senza limiti, ricerca rapida e riproduzione in background anche a schermo spento. La Premium elimina la pubblicità e consente l’uso multi-dispositivo, ma già la versione free è più che soddisfacente per un ascolto quotidiano.

Musi, invece, è un’istituzione per iPhone e iPad. Interfaccia pulita, facilità d’uso e, soprattutto, un background play che su iOS resta una rarità. La pubblicità nella versione gratuita è presente, ma non al punto da disturbare la fruizione.
C’è però un aspetto che non si può ignorare: la loro esistenza dipende interamente da YouTube. Questo significa che basta un cambiamento nelle regole della piattaforma, o nelle sue API, per vederle perdere funzioni fondamentali o, peggio, sparire del tutto dagli store. È già successo a molte altre app simili, e il rischio è sempre dietro l’angolo.
Oggi, però, eBeat e Musi (entrambe scaricabili nei rispettivi store del proprio sistema operativo) restano due valide alternative gratuite, capaci di offrire un’esperienza completa e, per molti, più che sufficiente a far dimenticare l’abbonamento a Spotify. Almeno finché YouTube le lascerà respirare.