Pensioni, il futuro è l’Intelligenza Artificiale: saranno i robot a pagare i nostri assegni

L’Intelligenza Artificiale servirà non solo nel mondo del lavoro ma anche per quel che riguarda le pensioni. Potrebbero essere proprio i robot a pagarci gli assegni Inps.

Da anni le pensioni rappresentano un grosso problema per l’Italia, un nodo da sciogliere ma che nessun Governo, fino ad ora, è mai riuscito a sciogliere. Anni di pensioni baby e di assegni calcolati con il metodo retributivo hanno messo in ginocchio le casse dell’Inps.

donna con in mano una tazza e intelligenza artificiale
Pensioni, il futuro è l’Intelligenza Artificiale: saranno i robot a pagare i nostri assegni/ilmalpensante.it

A questo bisogna aggiungere nuovi problemi come il crollo delle nascite e il fatto che la “forza lavoro”, cioè i giovani, preferisce trasferirsi all’estero. Nel mentre l’aspettativa media della vita continua ad aumentare. Tra qualche anno sarà troppo grande lo squilibrio tra chi lavora e versa i contributi e chi non lavora e riceve un assegno Inps. Uno squilibrio che potrebbe far crollare le casse dell’Inps come un castello di carta.

Come uscire da questa impasse prima che sia troppo tardi? A quanto pare, anche in questo settore, l’Intelligenza artificiale potrebbe rappresentare un’opportunità da sfruttare. Molti vedono nell’IA un pericolo, una minaccia ma, visti i cambiamenti sociale d economici che stiamo attraversando, potrebbero essere i robot a versare i contributi al nostro posto. In che modo? Scopriamo tutto nel prossimo paragrafo.

Pensioni: l’Intelligenza Artificiale un aiuto fondamentale

Il nuovo direttore generale dell’Inps, Valeria Vittimberga, ha puntualizzato che nei prossimi anni l’Intelligenza Artificiale rappresenterà un supporto fondamentale per non mettere a rischio la stabilità dell’intero sistema previdenziale. C’è da preoccuparsi?

umano e robot che si stringono la mano
Pensioni: l’Intelligenza Artificiale un aiuto fondamentale/ilmalpensante.it

Sempre più giovani lasciano l’Italia per andare a lavorare all’estero dove, mediamente, gli stipendi sono più alti e ci sono più opportunità di fare carriera. Le nascite sono sempre meno mentre le persone vivono sempre più a lungo. Questo, a conti fatti, significa che l’Inps dovrà erogare assegni per un numero crescente di anni ma senza che nessuno versi i contributi. Come rimediare? La soluzione potrebbe essere proprio l’Intelligenza Artificiale.

Il direttore dell’Inps ha spiegato che il valore di un lavoratore non va in pensione con lui: le sue competenze restano impresse in una memoria digitale fatta di dati e questi dati possono essere sfrittati per svolgere il medesimo lavoro non da un altro umano ma da un robot, da un algoritmo. In pratica ogni lavoratore, quando va in pensione, lascia dietro di sé un “gemello digitale”, un’intelligenza artificiale personale in grado di proseguire la produzione di valore anche dopo il pensionamento.

L’idea è che saranno proprio questi “gemelli digitali”, in futuro a pagare le nostre pensioni anziché altri esseri umani visto che le nuove generazioni preferiscono emigrare. Considerando tutti i problemi che l’Italia sta affrontando in materia previdenziale e l’enorme spesa sostenuta, ricorrere all’Intelligenza Artificiale non è più un’idea futuristica alla “Blade Runner” ma può diventare l’unica risposta concreta alle sfide che il paese si trova e si troverà ad affrontare.

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