Le ultime novità della giurisprudenza sono davvero senza precedenti: come ottenere la pensione di reversibilità anche oltre i casi classici
Quando si parla di pensione di reversibilità, si parla di un un trattamento economico mensile erogato dall’INPS ai familiari superstiti di un pensionato o lavoratore deceduto che aveva diritto alla pensione. Questo in linea generale. Nello specifico, può spettare anche a un ex coniuge. Fino a pochissimo tempo fa, i criteri erano molto rigidi, ma poi una recente sentenza ha cambiato tutto.

Prima del mutamento della giurisprudenza, la pensione di reversibilità spettava al coniuge, a condizione che non avesse contratto nuovo matrimonio, ai figli, se minori, studenti o inabili, e persino ai genitori o alle sorelle/fratelli ove non il defunto non fosse sposato né avesse avuto figli. Ma cosa è cambiato adesso, perché i requisiti sono più flessibili? Scopriamolo subito insieme.
Fino a poco fa, il calcolo dell’importo della pensione non era uguale all’intera pensione del defunto, ma consisteva in una percentuale variabile, in base al grado di parentela e al numero dei beneficiari.
Pensione di reversibilità raddoppia in questi casi: ecco quali
Nel corso del 2025, sono state numerose le sentenze che hanno amplito le tutele per gli ex coniugi, soprattutto se più vulnerabili. Ecco perché in diversi ambiti sono state introdotte importantissime riformulazioni delle modalità di accesso e valutazione dei diritti che concretamente spettano agli ex coniugi. Uno di questi ambiti è sicuramente l’istituto della pensione di reversibilità.
Ecco quando puoi avere la pensione di reversibilità-ilmalpensante.it
A cambiare tutto è stata la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 8375 del 2025, con cui è avvenuto un mutamento della precedente interpretazione avente ad oggetto questo specifico istituto, molto più rigida e basata su criteri formali. Adesso la valutazione che va fatta deve tener conto della reale situazione materiale del richiedente. Vediamo nello specifico di cosa stiamo parlando.
Grazie alla recente decisione, la pensione di reversibilità spetta adesso anche agli ex coniugi che non percepiscono un assegno divorzile, a condizione che sia dimostrato uno stato oggettivo di bisogno economico. Prima dell’ordinanza, la possibilità che l’ex coniuge la percepisse era vincolata alla presenza dell’assegno divorzile, ora non più.
Ove siano presenti più beneficiari, la quota viene stabilita dal giudice in maniera proporzionale, secondo criteri di equità e solidarietà sociale. Grazie a questa nuova interpretazione è possibile fornire un supporto a chi si trovi in condizioni di reale difficoltà, anche se non più formalmente titolare di assegno divorzile.