Chi può dire davvero di non aver mai avuto paura del buio? Si pensa che si tratti di qualcosa legato ad un trauma infantile, ma le cause di questa fobia possono essere diverse e non necessariamente legata ad episodi traumatici.
La paura del buio è spesso legata all’infanzia, a quando l’assenza di illuminazione permette al nostro cervello di interpretare e modulare le ombre che ci si parano davanti. Il nostro cervello tende ad assimilare l’ambiente circostante e catalogare tutto ciò che vediamo, permettendoci dunque di riconoscere qualcosa attraverso l’esperienza oppure attraverso l’associazione a qualcosa di già visto.

Quando ci si trova davanti a qualcosa di completamente differente da ciò che conosciamo, tendiamo a dare le interpretazioni più fantasiose ma anche a sviluppare una certa diffidenza, un timore che fa parte del nostro istinto di conservazione e che ci mette in allerta nel caso si dovesse presentare un pericolo.
Lo stato di tensione che si prova quando ci si trova in un ambiente sconosciuto e poco illuminato fa parte di questo istinto di preservazione, in tali condizioni siamo portati ad acuire altri sensi e a cercare di percepire eventuali pericoli in arrivo, per questo quando ci si para qualcuno davanti all’improvviso abbiamo un sussulto.
Diverso è invece il discorso quando il buio ci terrorizza, quando lo stare in un ambiente completamente privo di luce ci porta a sviluppare uno stato d’ansia incontrollato, iperventilazione e anche attacchi di panico. Questa paura è chiamata nictofobia e può essere collegata a diversi fattori.
Per quale motivo abbiamo paura del buio: non si tratta necessariamente di un trauma infantile
Innanzitutto cerchiamo di capire quali sono i sintomi della nictofobia e quando possiamo dire di avere paura del buio. I sintomi sono diverso tipo, sono infatti fisiologici, cognitivi e comportamentali. Per quanto riguarda la prima tipologia quando ci si trova al buio si riscontra un aumento della frequenza cardiaca, sudorazione, senso di malessere (nausea e vertigini), formicolio e tremori, difficoltà respiratorie, senso di oppressione al petto e vampate improvvise di calore o di freddo.

Ci sono poi i sintomi cognitivi, le persone che provano paura del buio cominciano a sentirsi in costante pericolo, hanno pensieri ossessivi che convogliano nel timore di perdere il controllo o i sensi, la sensazione di impazzire, un senso d’impotenza, il timore di morire o svenire. A questi si associano poi i sintomi comportamentali, ovvero uno stato di nervosismo costante, l’evitare le uscite notturne, impossibilità a dormire senza una fonte di luce accanto, fuga dalle stanze buie e rabbia verso chi prova ad aiutarci a superare la paura.
Una fobia come quella legata al buio può nascere a causa di un’esperienza avversa (il trauma infantile), ma il suo mantenimento è legato a condizionamenti mentali autoindotti. Chi mantiene la paura del buio anche in età adulta, probabilmente non ha mai cercato di comprendere i sintomi né tantomeno di contrastarli con un condizionamento positivo – un graduale adattamento alle condizioni di buio dopo un’analisi di sensazioni e processi nel caso in specie – o con un aiuto specialistico.
Va però sottolineato che una fobia di questo tipo può svilupparsi anche in assenza di eventi scatenanti. In quel caso le cause di questa paura incontrollata possono essere diverse, come fattori genetici, familiari, ambientali e di sviluppo. Qualunque sia l’origine della nictofobia, per superarla è necessaria una terapia cognitivo-comportamentale che spinge il soggetto ad analizzare i contenuti e i processi delle manifestazioni ansiose, così da comprenderli e contrastarli sul nascere.