Forse non ne sei neanche consapevole ma anche tu, come milioni di altre persone persone potresti soffrire di nomofobia. Non sai di che cosa si tratta? E’ il male del secolo.
Di fobie strane ne esistono e pure parecchie e, a ben pensarci, esistono da sempre. C’è chi ha il terrore degli spazi aperti, ad esempio e si trova in un grande prato, invece di sentirsi libero va ne panico. C’è chi non tollera i rumori, chi ha il terrore del contatto con le altre persone e chi vive nell’ansia di ammalarsi e morire.

Ma si tratta, tutto sommato, di casi isolati: una minoranza di persone che, magari, nel corso dell’infanzia hanno avuto esperienze che li hanno traumatizzati. Il male della nostra epoca è un altro e il dramma è che è diffusissimo ma la maggior parte di coloro che ne sono colpiti non lo sa nemmeno.
La fobia più grande della nostra epoca – che nei casi più gravi può sfociare in una vera e propria ossessione – è la nomofobia. Se state facendo il collegamento con il Greco “nomos” che vuol dire Legge, sappiate che siete completamente fuori strada. Non si tratta di persone terrorizzate dalla Legge o dalle Forze dell’Ordine: questa paura è molto ma molto più banale eppure ci condiziona fortemente nella vita quotidiana.
Nomofobia: cos’è e come si manifesta
Potresti avere una patologia – perché alla fine di patologia si tratta – senza sapere di averla: si tratta della nomofobia. E’ il male del secolo e, purtroppo, sono in tanti a soffrirne. All’apparenza può sembrare banale ma, invece, condiziona pesantemente la nostra vita quotidiana.

La nomofobia non deriva dal Greco ma dall’Inglese “no- mobile”: assenza di telefono mobile. In pratica si tratta di persone talmente ossessionate dal loro cellulare da non riuscire a staccarsene neanche per 10 minuti senza precipitare nel panico. Impossibile chiedere loro di lasciare il cellulare a casa se si va a fare una corsetta al parco o se si esce a cena: avrebbero, come minimo, una crisi di ansia.
Sembra banale ma, secondo gli esperti, non lo è per niente. Secondo le stime questa fobia colpisce oltre il 70% della popolazione mondiale. Nei casi più estremi, oltre ad ansia e irrequietezza si possono registrare anche manifestazioni fisiche come pruriti o strani tic. Tutto causato dalla lontananza del cellulare. Ma perché il nostro smartphone, da semplice strumento di comunicazione, è diventato il nostro inseparabile compagno di vita?
La risposta è semplice: molti credono che dentro lo smartphone ci sia tutta la loro vita. Foto, video, numeri di telefono, contatti di lavoro, magari anche file scaricati lì. Tutti elementi sicuramente importanti ma che non dovrebbero mai essere anteposti al proprio equilibrio e al proprio benessere psicofisico. Si può guarire? Certamente sì ma è necessario un processo di “disintossicazione” graduale che ci riporti a mettere al centro della nostra vita noi stessi e le relazioni reali, non virtuali.