I nostri diritti sono regolati dalla Corte Costituzionali, ma qualche volta qualcuno se ne dimentica, o fa solo finta.
La Corte Costituzionale verifica con la massima attenzione che le leggi vigenti, così come vengono applicate, rispettino tutti i criteri previsti.

In sintesi, l’organismo verifica che le leggi non violino o non modifichino le norme della legge italiana. E in caso succedesse,talvolta si annulla la legge o almeno quella parte che non rispetta le regole della Costituzione. ma La Corte non può muoversi da sola, deve essere chiamata in causa dai tribunali per potere dare la sua sentenza. Ci sono due sentenze che fanno parlare di sé negli ultimi giorni.
I diritti dei lavoratori: interviene la Corte Costituzionale
Con la prima sentenza, la Corte ha deciso che la “madre intenzionale” nelle coppie lesbiche, avrà diritto ai 10 giorni di “congedo di paternità” retribuiti per stare accanto al neonato.

La norma, estesa anche alla madre non partoriente, assimila questa figura a quella del padre delle coppie eterosessuali, garantendo il medesimo diritto. Esso riguarda i lavoratori dipendenti, anche all’interno di coppie non sposate, né unite civilmente. Una sentenza per nulla scontata. Anzi, ci sono state le prime polemiche da parte dei partiti di centrodestra: “Ancora una volta la Corte va contro la scienza e la biologia e, dopo aver aperto un piccolo spiraglio, adesso apre una pericolosa voragine” – commenta una nota di Fratelli d’Italia.
Passiamo alla seconda sentenza. La Corte ha riconosciuto il diritto ad una lavoratrice, ingiustamente licenziata da parte di un’impresa con meno di 15 dipendenti, ad ottenere un indennizzo cospicuo. Dunque, i giudici del lavoro, d’ora in poi, potranno determinare risarcimenti più consistenti, poiché un indennizzo basso, come previsto dalla legge è inidoneo “… a costituire un ristoro del pregiudizio sofferto dal lavoratore, adeguato a garantirne la dignità …”.
In entrambe le sentenze, la Corte rileva, tra le altre, la violazione dell’articolo 3 della Costituzione, quello che proclama l’uguaglianza formale e sostanziale di tutti i cittadini.