La storia di Anna fa rabbia: pensione abbassata perchè ha versato più contributi

La storia di Anna, come quella di moltissimi altri pensionati italiani, è una storia di ingiustizia: ecco cosa è accaduto e come evitarlo

Si sentono tante storie ogni giorno. Alcune ci fanno ridere, altre ci fanno piangere o emozionare, ma sono numerosissime quelle che ci fanno arrabbiare. Questo capita spesso quando si tratta di vere e proprie ingiustizie. Ma la rabbia lascia il posto alla paura e al timore quando vediamo che quelle stesse ingiustizie le ha commesse chi doveva proteggerci o chi dovrebbe garantirci quello che ci spetta dopo tanti anni di duro lavoro.

Donna triste
La storia di Anna fa rabbia: pensione abbassata perchè ha versato più contributi – Ilmalpensante.it

Stiamo parlando dello Stato e degli enti che operano per suo conto, come l’INPS e gli altri istituti che dovrebbero tutelare le persone più vulnerabili e troppo spesso vessate: i pensionati italiani. Anna è una di questi, a lei è capitato di versare più contributi, ma di ricevere una pensione più bassa. Ecco perché e come evitarlo.

Non sempre aumentare i contributi significa percepire una pensione più alta. Il sistema pensionistico italiano prevede, infatti, specifici casi in cui versare di più comporta un assegno pensionistico inferiore. Ecco cosa bisogna sapere.

Pensioni dimezzate: la novità choc

La prima cosa che bisogna sapere per evitare di fare la fine della signora Anna, e vedere il frutto del proprio lavoro sprecato, è che dal primo gennaio sono entrati in vigore nuovi coefficienti di trasformazione del montante contributivo che abbassano la percentuale di conversione del capitale accumulato in pensione.

Anziana triste
Pensioni dimezzate: la novità choc – Ilmalpensante.it

Praticamente, in parole povere, dall’inizio dell’anno corrente sono cambiati i calcoli utilizzati per trasformare i contributi versati in pensione: la percentuale presa in considerazione per la conversione è ora più bassa, quindi a parità di contributi si percepisce automaticamente una pensione più bassa. Un esempio: a 67 anni la percentuale scende dal 5,723% al 5,608%, ovvero se vai in pensione nel 2025, a parità di contributi, riceverai il 2% in meno rispetto a chi ci è andato l’anno precedente. Ma perché questo accade e come si può fare ad evitarlo? Ecco spiegato tutto.

Un’altra ipotesi di pensione più bassa rispetto ai contributi versati può capitare a chi matura la pensione interamente con il sistema contributivo, ovvero con il sistema contributi versati dopo il 1995, e non ha diritto all’integrazione al trattamento minimo, ovvero non ha diritto all’aumento del trattamento pensionistico fino al minimo previsto dalla legge.

Oppure ancora, quello che è accaduto ad Anna può avvenire anche quando il reddito supera una certa soglia, chiamata massimale contributivo, e i contributi versati in più non aumentano la pensione, ma rappresentano solo un costo aggiuntivo senza benefici pensionistici. Infine, potrebbe anche avvenire che, e non è sicuramente il caso di Anna, con pochi anni di contributi, il tasso usato per calcolare la pensione è più basso e questa sarà inferiore allo stipendio anche se in poco tempo si sono versati molti contributi.

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