Età pensionabile nel 2050: le statistiche non preannunciano nulla di buono

Le statistiche sull’età pensionabile non preannunciano niente di buono: nel 2050 il sistema previdenziale italiano potrebbe trovarsi al limite del collasso.

Il dibattito sulla pensione rappresenta sicuramente un tema caldo. Dal 2012 l’età pensionabile è legata all’aspettativa di vita tramite la Legge Fornero (92/2012), arrivando quindi a oltre 60 anni. Questo per garantire il rapporto tra lavoratori attivi e pensionati.

Sagome di due persone anziani
Età pensionabile nel 2050: le statistiche non preannunciano nulla di buono – ilmalpensante.it

A questo proposito, i dati dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) potrebbero far crollare ogni speranza nei giovani lavoratori. Non preannunciano nulla di buono.

I giovani vedranno la pensione alla soglia degli 80 anni

Il sistema previdenziale italiano è articolato sulla ridistribuzione di parte dei contribuiti versati allo Stato a favore di coloro che hanno abbandonato il mondo del lavoro. Attualmente la legge prevede la possibilità di andare in pensione all’età di 67 anni con 20 anni di contributi, affiancando una serie di alternative come la pensione anticipata, di invalidità, l’opzione donna eccetera. Tutte agevolazioni che però richiedono anch’esse determinati requisiti.

Barattolo con monete con su scritto "pensione"
I giovani vedranno la pensione alla soglia degli 80 anni – ilmalpensante.it

Un sistema previdenziale costruito con questo paradigma, implica che non si presenti mai un accumulo di denaro. Per intenderci, i soldi che i lavoratori versano non vengono risparmiati per la loro pensione, ma vengono reindirizzati a coloro che hanno già abbandonato la propria professione. Il problema insorge quando non vi è più un equilibrio tra giovani occupati e pensionati, in quanto ciò significa che – quando gli attuali impiegati avranno raggiunto l’età pensionabile – non ci sarà chi si occupa della loro pensione.

Al momento, l’aspettativa di vita in Italia ha raggiunto 83,4 anni. Un numero che cresce parallelamente al ridimensionamento dell’indice di natalità. Ipotizziamo quindi che tra tot anni 40 lavoratori su 50 siano over 60. Quei 40 andranno in pensione tutti insieme? Così che i 10 lavoratori rimasti paghino la pensione per tutti e 40? Il sistema previdenziale collasserebbe. I futuri governi quindi si vedranno costretti ad aumentare l’età minima pensionabile, che secondo alcune stime OCSE – entro il 2060 – potrebbe raggiungere 74 anni.

Ciò che preoccupa gli esperti è dunque il rapporto tra lavoratori attivi e pensionati, che attualmente è di circa 3 a 2, mentre nel 2050 potrebbe diventare 1 a 1. Complice, come abbiamo detto, l’aumento dell’aspettativa di vita, l’invecchiamento della popolazione e il calo demografico. Risolvere il problema non è semplice. Si potrebbe ridurre l’assegno pensionistico e alzare le tasse, soluzioni che tuttavia influenzerebbero il potere di acquisto dei cittadini.

Oppure, si potrebbe favorire la natalità, lottando contro il precariato giovanile e contro l’inflazione. Altre due alternative che purtroppo non possono vedere certo compimento dalla sera alla mattina.

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