Arriva l’ISEE 2.0: il nuovo calcolo rivoluziona i bonus e riscrive le regole per le famiglie

I parametri ISEE utilizzati da 12 anni non sono più idonei a misurare l’effettiva situazione attuale: cosa cambierà a breve.

Lo Stato ha da sempre un compito: sostenere la popolazione, indipendentemente dalla situazione economica del Paese. Una sfida tutt’altro che semplice, specialmente quando entrano in gioco problemi strutturali come la natalità in calo e un numero sempre più ridotto di giovani che versano contributi.

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Arriva l’ISEE 2.0: il nuovo calcolo rivoluziona i bonus e riscrive le regole per le famiglie – ilmalpensante.it

Ma se non si fanno figli, forse, il problema sta proprio nelle radici: oggi è difficile avere stipendi in linea con il costo della vita e, per riuscirci, sempre più persone rimandano l’idea, fino ad abbandonare del tutto la scelta di mettere su famiglia. Chi vorrebbe farlo, spesso va all’estero. Un quadro complesso che è stato messo in luce dal ministro dell’Economia, in audizione davanti alla Commissione d’inchiesta sugli effetti della transizione demografica.

Oltre ad aver evidenziato un tema già noto da tempo, ha espresso l’intenzione di adottare misure per invertire la tendenza. O quantomeno, provarci. Al centro delle novità più discusse c’è proprio l’ISEE, che – secondo Giorgetti – potrebbe essere il vero ostacolo per cui il sostegno non arriva alle famiglie che ne hanno davvero bisogno. O almeno, non come dovrebbe.

Cosa cambia davvero: ISEE più equo, bonus più mirati

Il progetto è lodevole, anche se, tecnicamente, richiederà tempo per affinarlo. La discussione è in atto da giugno e si punta ad aggiornare un indicatore vecchio di dodici anni, che non fotografa più la realtà delle famiglie italiane. Il nuovo ISEE – o ISEE 2.0, come abbiamo già ribattezzato – punta principalmente a correggere distorsioni evidenti, che nel tempo hanno finito per escludere proprio chi avrebbe più bisogno di aiuto.

Persona che conta i soldi
Cosa cambia davvero: ISEE più equo, bonus più mirati – ilmalpensante.it

Una delle prime modifiche (nonché la più richiesta dalle associazioni) potrebbe riguardare la prima casa, oggi spesso trattata come fosse una ricchezza liquida, quando invece rappresenta solo un tetto sulla testa. Molte famiglie, infatti, superano le soglie ISEE solo perché proprietarie dell’abitazione in cui vivono, pur avendo redditi bassissimi e pagando mutui alle stelle. Se questa voce venisse ridimensionata nel calcolo, migliaia di nuclei familiari rientrerebbero nei requisiti per un assegno unico più sostanzioso e altri bonus.

Si parla anche di rivedere la scala di equivalenza, cioè il sistema che pesa i carichi familiari: oggi, chi ha più figli non sempre vede riconosciuto lo sforzo economico reale. E ancora, si punta a una maggiore equità tra i redditi, correggendo un meccanismo che penalizza il secondo stipendio (spesso quello della donna), perché non beneficia delle stesse deduzioni del primo. L’obiettivo? Stesso ISEE per tutti, ma più aderente alla realtà.

Ad oggi qualcosa si è già mosso: l’esclusione dei titoli di Stato e dei buoni fruttiferi fino a 50.000€ dal patrimonio mobiliare è solo il primo passo. Ora si attende il risultato del lavoro avviato presso il tavolo tecnico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, incaricato di studiare le modifiche necessarie e riscrivere da capo le regole del calcolo ISEE.

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