È arrivata l’estate e siete accerchiati e offesi dalla trap, dal reggaeton, dal fasullo indie italiano e da altre nefandezze. Ribellatevi e fuggite: Il Malpensante vi propone una scaletta di improbabili tormentoni estivi, tutti estremamente appiccicosi, per riempire le vostre vacanze e la vostra autoradio. Buon ascolto!

1. Hanging Around (The Stranglers, 1977)

Dal disco d’esordio di una delle band più attaccabrighe di sempre, che qui insegna come coniugare raffinati arrangiamenti di tastiere con una inguaribile attitudine British punk.

2. Private lawns (Angus & Julia Stone, 2010)

Una stralunata coppia di fratelli australiani e il loro folk ipnotico, dall’album Memories of an old friend.

3. I’m Just A Cyborg And I Don’t Believe In God (The Cyborgs, 2015)

I Cyborgs, attivi dalla prima metà di questo decennio, vengono da Roma e la loro proposta è un rock blues minimale, fatto di chitarre taglienti e testi sibillini; ah, nessuno li ha mai visti in faccia perché si esibiscono indossando maschere da saldatore. Genio italico.

4. Forever My Queen (Pentagram, 1973)

Precursori del doom e dello stoner, i Pentagram nascono all’alba dei ’70 ma dovranno attendere quindici anni (e un numero sconsiderato di cambi di formazione) per pubblicare il primo LP. Nei primi anni di attività registrano una manciata di demo, raccolte poi nell’antologia Early Daze Here, ed è da lì che viene questo diluvio di chitarre roventi.

5. Cinque bambole per la luna d’agosto (Calibro 35, 2010)

Il quartetto milanese riprende il tema dell’omonimo film del maestro Mario Bava, composto da Piero Umiliani, e lo trasforma in un irresistibile strumentale poliziottesco, perfetto per una scorribanda in auto sul lungomare. La melodia fu usata anche da Il Balletto di Bronzo per il brano Ti risveglierai con me.

6. Beechwood Park (The Zombies, 1968)

A dispetto del nome, gli Zombies erano autori di un beat colto e raffinato, forse troppo per la tumultuosa seconda metà dei sixties. Quarta traccia del matto e disperatissimo album Odessey And Oracle, si addice agli ultimi crepuscoli della vostra estate.

7. Strychnine (The Sonics, 1965)

Caldi, sfacciati, leggendari.

8. Whiteout (Warpaint, 2016)

Il terzo LP di Emily Kokal e compagne, intitolato Heads Up, si apre con questo brano ammaliante, sostenuto dalla splendida linea di basso firmata da Jenny Lee Lindberg. Da ballare con compostezza in una discoteca abbandonata.

9. Stand Your Ground (Confrontational, 2016)

Ambiziosa one man band cagliaritana con tre dischi all’attivo e una lunga lista di collaborazioni illustri. Un’immersione nella synth-wave più buia, perfetta per gettare ombre livide sui vostri pomeriggi d’agosto.

10. Waves Of Grain (Two Gallants, 2005)

Brano conclusivo di quel gran disco che è What The Toll Tells, apice artistico della carriera di Adam e Tyson, galantuomini di San Francisco. Una struggente cavalcata folk che evoca campi di grano sconfinati sotto il sole cocente, in qualche contea lontana dal mare. Godetevela, che settembre arriva in un attimo.

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Nato nel 1984, vive a Sant'Antioco (Sardegna sud-occidentale). Bibliotecario, scrittore e redattore; nel 2017 ha vinto la VI edizione del premio letterario RAI "La Giara"; ha pubblicato i romanzi "Il Grande Erik" (Rai Eri, 2018) e "Le case del sonno" (Edizioni La Gru, 2019), più la raccolta di racconti "Storie dei padri" (2019, autopubblicazione) e il racconto breve "Il giardino" (Libero Marzetto Editore, 2021). Ama la fantascienza distopica, il garage rock, i fumetti.

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