Questo articolo è apparso in data 6 Ottobre 2013 sul blog “Generacion Y” , di Yoani Sànchez con il titolo originale di “El miligramo prodigioso”

Quando andavo al liceo inciampavo continuamente in parole usate per insultare. Una di quelle era autosufficiente. Simbolo di quei processi di mea culpa per entrar a far parte dell’Unione di Giovani Comunisti,dove gli aspiranti si criticavano in realtà tra di loro per non sentirsi -tutto il tempo- come parte di un collettivo. Altra parola offensiva era cosciente, che in quel contesto si riferiva a qualcuno troppo intellettuale, dedito alla lettura e impegnato nelle questioni importanti. I bravi studenti erano etichettati come “coscientoni” e sui leader che sorgevano naturalmente in ogni gruppo cadeva il marchio dell’autosufficienza. Meglio non spiccare, non sforzarsi troppo…così sembrava volessero.

Render omaggio alla mediocrità individuale genera società mediocri. Vilipendere i talenti e gli imprenditori tarda lo sviluppo di una nazione. Il capitale professionale non si costruisce solamente con titoli, lauree e specializzazioni, bensì con il sorgere di un popolo che venera la conoscenza. Risulta imprescindibile pensare all’intelligenza come atto da nascondere, quasi con vergogna o pudore. Siamo tutti potenziali scienziati o ricercatori, abbiamo solo bisogno di un contorno dove le nostre capacità possano trovare un confronto. Un paese di scienziati deve far vedere i suoi laboratori e i suoi vaccini, ma deve anche garantire alla gente comune di poter brevettare le proprie realizzazioni per poi ottenerne ricompense – materiali e non- a causa dell’ingegno.

A Cuba potranno anche esserci molti laureati, ma finchè non trovano un vero riconoscimento sociale, salariale e legale per i loro lavori svolti, molto difficilmente potremo definire questa come una nazione di scienza. Intristisce il fatto che vengano costruite sempre più statue, e dedicate molte piazze a personaggi che hanno impugnato macheti o armi, al posto di chi invece ha salvato vite con microscopi e siringhe. Il milligrammo prodigioso* del sapere ha bisogno di un contorno dove poter prolificare. Questo terreno fertile porta il seme dell’educazione, l’irrigazione di immaginare una vita migliore attraverso il progresso scientifico e l’imprescindibile fertilizzante della libertà.

*«una fornica presa in giro per la leggerezza dei suoi carichi e per le sue frequenti distrazioni, incontrò una mattina, all’ennesimo perdersi nel cammino, un prodigioso milligrammo. Senza pensare, né meditare alle possibili conseguenze del suo gesto prese il milligrammo e lo mise in spalla. Pensò che era il carico giusto per la sua stazza. Il peso ideale di quell’oggetto donava al suo corpo una strana energia: come il peso delle ali nel corpo dei pappagalli.» (da “El prodigioso miligramo” di Arreola, Juan José, Narrativa Completa, Messico, Alfaguara, 1997)

*Grazie alla Universal Thinking Forum per averne fatto questa riflessione..e molte altre.

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