Iacopo Melio è un giovane studente toscano di 24 anni dell’Università di Scienze Politiche di Firenze.
È anche un giornalista freelance e soprattutto un attivista per i diritti umani e civili.
Ha dato vita, con un articolo di giornale, a una campagna nazionale di sensibilizzazione che si chiama #vorreiprendereiltreno, catturando così l’attenzione dei media italiani ed esteri e arrivando persino in Parlamento.
Iacopo ha un blog, una pagina Facebook e una pagina dedicata interamente alla campagna di sensibilizzazione. Tre strumenti che utilizza per creare un punto di incontro tra amici in cui è possibile confrontarsi sul tema della disabilità postando fotografie, problematiche e soluzioni in merito all’argomento. E soprattutto un luogo in cui si può trovare sempre la disponibilità da parte di Iacopo di prendere in considerazione ogni problematica.Vorrei prendere trenoHo contattato Iacopo e con estrema semplicità e disponibilità ha accettato di farsi intervistare.
Andiamo a conoscerlo meglio!

Chi è Iacopo? Cinque aggettivi con cui ti definisci.

Solare, estroverso, eterno curioso e inguaribile romantico, ma soprattutto rompiscatole.

#vorreiprendereiltreno: la tua sfida per sensibilizzare le persone sul tema delle barriere architettoniche.
Dopo due anni, progetto nato nel 2014, e dopo aver raggiunto quasi 130.000 like (su Facebook) vorrei fare un salto indietro e tornare alle origini del tuo miracoloso obiettivo. Da cosa nasce la tua campagna di sensibilizzazione? Quale l’evento scatenante?

#vorreiprendereiltreno nasce da un mio articolo diventato virale, dove denunciavo in maniera ironica l’impossibilità nel trovare la ragazza dei miei sogni, come in un film romantico, non potendo prendere i mezzi pubblici. L’articolo, sotto forma di appello alla politica, ha creato un polverone mediatico così ho deciso di concretizzare questa attenzione fondando una Onlus, con l’obiettivo di sensibilizzare alla disabilità e portare avanti progetti concreti di abbattimento delle barriere sul territorio.

Qual è la tua idea di “società perfetta” o per meglio dire consona alle necessità di tutti?

Ovviamente una società perfetta è una società che non discrimina, e che quindi non continua a “creare” dei disabili, fornendo a tutti i giusti strumenti per essere liberi, autonomi e indipendenti, sia materialmente che a livello economico (è indispensabile un contributo anche in questo senso, per potersi permettere quell’assistenza che di certo non è voluta). D’altra parte un Paese più accessibile è un Paese migliore per tutti, non solo per chi ha problemi di mobilità permanenti.

Il tuo motto è: “lottiamo col sorriso per i diritti di tutti contro ogni barriera”. Come si fa a tenere il sorriso sempre e ad affrontare tematiche così forti con la solarità?

Non è certo facile, #vorreiprendereiltreno mi porta via molto tempo ed energia, soprattutto quando nascono alle volte delle polemiche davvero sterili (è normale che più le persone ci seguono e più facilmente escono fuori certi “soggetti”). L’importante è concentrarsi sugli obiettivi e canalizzare la forza verso la meta che uno si è prefissato, senza farsi distrarre. Credo che la leggerezza e l’ironia siano sempre le migliori “armi” per affrontare determinate questioni, che di leggero non hanno niente.

Ho anche letto recentemente in merito a un tuo post sulla tua salute, la cattiveria nella risposta di un ragazzo. Tu però hai risposto non soltanto con classe e superiorità, ma con solarità. Non ti arrabbi mai?

Uh, avoglia! Ma Gianni Morandi insegna che un abbraccio porta molta più acqua al proprio mulino… e a me piace mettere in circolo la bellezza: #vorreiprendereiltreno è soprattutto questo!

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